Stalking o… remarketing?

La prima volta vi sarà sembrata una curiosa coincidenza.
Avevate appena dato un’occhiata alla disponibilità di quell’albergo, tanto per sognare un week-end romantico, e il giorno successivo, navigando in altri siti o nelle news della vostra pagina Facebook, vi siete imbattuti nella pubblicità, ma guarda il caso, proprio di quello stesso albergo.
Oppure, avete commesso l’imprudenza di abbandonare nel carrello dell’e-commerce le scarpe per vostro figlio perché avete deciso che, dopo la verifica di matematica, non se le merita? State pur certi che quelle Vans compariranno ovunque, riportandovi alla mente il prezzo del regalo, i colori disponibili e la disastrosa verifica.

No, non dipende da una strana coincidenza astrale o da segni e profezie celesti – anche se vostro figlio cercherà di farvelo credere a proposito delle Vans. Si chiama “remarketing” ed è uno strumento molto efficace per farsi ricordare da un utente che si era dimostrato interessato, visitando il vostro sito internet.

Tra le forme di advertising online, il remarketing è molto performante per tasso di conversione, perché risponde alla regola n.1 su internet: personalizzare i contenuti sulla base degli interessi del tuo utente.
Il trucco sta nei cookies, proprio come la trasmittente sotto l’auto in fuga dei film di James Bond, i cookies restano agganciati al dispositivo anche nella navigazione successiva e consentono di seguire quell’utente e di bersagliarlo di annunci ovunque. Sia Google che Facebook consentono di impostare campagne di remarketing e, inoltre, è alla base di molte strategie di e-mail marketing.

Come gli antibiotici, come tutti gli strumenti efficaci, meglio non abusarne.
Il remarketing eccessivo, oltre a darci la chiara percezione di quanto sia illusoria la privacy sul web, finisce con l’assomigliare allo stalking e col suscitare reazioni avverse e antipatia verso il brand così invadente. E poi – rassegnati Booking – se ho cercato un albergo per Siracusa un anno fa, ormai o ci sono già andata, oppure ho rinunciato al viaggio; non intasarmi la casella di posta con le foto di Ortigia per dodici mesi!

Insomma, se non volete suscitare le stesse reazioni delle telefonate dei call center albanesi, “fate remarketing responsabilmente!” e ben assistiti da consulenti come Bia Network.