Il Green Marketing è l’insieme delle attività e strategie messe in atto da parte di un’azienda, un’impresa, un’organizzazione per contribuire a migliorare la propria sostenibilità ambientale.
L’impegno è quello di restituire al Pianeta qualcosa del tanto che si è preso nel corso del tempo. Sono tantissime le aziende che iniziano ad interessarsi alle tematiche ambientali ma quello che fa la differenza è la reale volontà di intraprendere una seria posizione verso il “ Brand activism”. Solo quando la responsabilità sociale diventa azione concreta possiamo parlare di un nuovo modo di fare impresa con un approccio strategico che cambia il ruolo dei ceo e le regole della leadership, e che riguarda in primo luogo chi nelle aziende ci lavora, gli impiegati, per poi estendersi al mondo esterno, i clienti e gli stakeholder.
Nel Green Marketing la coerenza è fondamentale, introdurre questo genere di attività in maniera poco convinta, poco credibile e poco coordinata, significa esporre il brand a pesanti critiche, se non a vere e proprie multe. In gergo tecnico, la pessima pratica di millantare un comportamento sostenibile non comprovato dai fatti viene definita “ greenwashing ”, e può essere tradotta con l’espressione “ambientalismo di facciata”. I consumatori sono sempre più attenti a ciò che acquistano e all’impegno etico dei brand quindi I vantaggi di un Green Marketing “fatto bene” sono notevoli.
Per fare un esempio, secondo una ricerca di Nielsen con Novamont rilasciata a inizio 2020, l’88% degli intervistati sostiene che contribuire a ridurre inquinamento e degrado ambientale è una delle maggiori sfide del mondo di oggi. Ben il 75% afferma di essere disposto a pagare di più un prodotto, se ha la certezza che abbia un impatto ridotto sul Pianeta dal punto di vista del packaging e della produzione. Non solo: gli utenti si aspettano che siano soprattutto le aziende a fare qualcosa in merito e scelgono i propri love-brand anche sulla base di quanto sono green.